
Il capoluogo emiliano si conferma un polo attrattivo per gli investimenti, ma l’offerta fatica a tenere il passo della domanda: l’analisi del Gruppo IPI
Il mercato immobiliare italiano non si limita più solo a Milano e Roma. Diverse città stanno sviluppando progetti interessanti e mostrano un dinamismo significativo, confermandosi poli attrattivi per gli investimenti. È proprio per raccontare questa geografia in evoluzione che il Gruppo IPI, dopo la prima tappa di Genova, ha scelto Bologna come protagonista della seconda edizione di #IPIINCONTRA. L’evento, organizzato in collaborazione con FMC Finance Mediatore Creditizio S.p.A., si propone di fotografare lo stato di salute del mercato immobiliare italiano.
I dati presentati dal Centro Studi di IPI il 10 ottobre 2025 raccontano un capoluogo emiliano in piena evoluzione, dove il settore immobiliare mostra segnali di forte vitalità ma anche tensioni significative, specialmente nel comparto delle nuove costruzioni.

La domanda cresce, l’offerta non tiene il ritmo
Bologna si conferma un mercato ad alta temperatura. La domanda cresce in modo sostenuto, alimentata da indicatori economici positivi e da una rinnovata propensione all’acquisto con mutuo, favorita dalla discesa dei tassi di interesse e da condizioni creditizie più accessibili rispetto al recente passato. Tuttavia, questa vivacità si scontra con un’offerta limitata, sia in termini quantitativi che di varietà tipologica, generando una pressione al rialzo sui prezzi particolarmente evidente per gli immobili nuovi o completamente ristrutturati e dotati di servizi di qualità.
Investimenti selettivi e focus sulla sostenibilità
Nel primo semestre del 2025, le strategie di investimento nella regione Emilia-Romagna mostrano una crescente selettività e una diversificazione geografica che include anche località secondarie ad alto potenziale. Gli investitori puntano su diverse asset class: dal residenziale alla logistica, dall’hospitality al retail, con un’attenzione sempre maggiore ai criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) e alla riqualificazione del patrimonio esistente (leggi Il Progetto di Riqualifica dell’Ex-Scalo Ravone). Una scelta che risponde ai mutamenti demografici e alle nuove esigenze di qualità abitativa e flessibilità.
L’investimento nel residenziale bolognese si conferma vincente grazie alla stabilità del mercato, alla redditività locativa e al valore di lungo periodo dell’abitare in una città universitaria, culturale e sempre più attrattiva per professionisti e famiglie.
La sfida per Bologna nei prossimi anni sarà duplice: da un lato aumentare l’offerta di nuove costruzioni e riqualificazioni per rispondere alla domanda crescente, dall’altro garantire che questo sviluppo avvenga secondo parametri di sostenibilità e qualità architettonica. Il rischio, altrimenti, è che la forbice tra domanda e offerta continui ad allargarsi, spingendo i prezzi oltre la soglia di accessibilità per ampie fasce di popolazione e trasformando il dinamismo attuale in una rigidità strutturale.
Il futuro del mercato immobiliare bolognese si giocherà sulla capacità di coniugare crescita e sostenibilità, innovazione e tradizione, redditività e accessibilità: una scommessa che riguarda non solo gli investitori, ma l’intera comunità urbana.


