CottoMilano di Keope: la tradizione lombarda incontra il design contemporaneo

Dal cuore della Fornace Curti alla scena del Cersaie 2025, il gres porcellanato che reinterpreta l’eredità rinascimentale milanese

C’è un filo rosso – letteralmente – che attraversa cinque secoli di storia milanese e arriva fino a noi, trasformato ma riconoscibile. È il colore profondo del cotto lombardo, quello che dal 1400 ha preso forma nelle fornaci della città, diverso dalle tonalità rosate del cotto toscano, ricco di ferro, ingelivo, capace di resistere al tempo e al gelo padano. Un materiale che ha dato forma ad alcune delle pagine più iconiche del Rinascimento milanese, dai fregi della Ca’ Granda alle geometrie di Santa Maria delle Grazie.

Oggi quella materia antica si reinventa grazie a Ceramiche Keope, che al Cersaie 2025 ha presentato CottoMilano, una collezione in gres porcellanato firmata dal designer Domenico Orefice in collaborazione con il team di Ricerca & Sviluppo dell’azienda emiliana. Non si tratta di una semplice riproduzione estetica, ma di una vera e propria reinterpretazione tecnologica che fonde memoria e innovazione, tradizione artigianale e performance contemporanee.

Il progetto nasce dal cuore pulsante della storica Fornace Curti, dove il cotto lombardo ha sempre avuto caratteristiche materiche uniche: espressivo, duraturo, quel rosso profondo che racconta secoli di architettura ed emozione. CottoMilano porta questa eredità nel presente attraverso superfici tattili dalla tipica opacità del cotto, pensate per dialogare con il linguaggio del design contemporaneo e con le esigenze dei progetti internazionali.L’innovazione tecnologica si concentra nella finitura ULTRAmatt, oggetto di domanda di brevetto, che garantisce una opacità estrema unita a un comfort tattile sorprendente e facilità di manutenzione – caratteristiche che traducono in termini prestazionali quella morbidezza cromatica tipica del materiale storico. Accanto a questa, la collezione propone anche la finitura Glossy nel formato 6×124, che moltiplica i giochi di luce, e la superficie Structured R11 nei formati 60×60 e 120×120, perfetta per applicazioni outdoor.

La palette cromatica amplia notevolmente il campo d’azione del cotto tradizionale: dal classico Mattone si passa a tonalità calde e materiche come Terracotta, Sabbia e Creta, alternate a sfumature più neutre e delicate come Argilla e Talco. Una scelta che rende la collezione cosmopolita, versatile, adatta a progetti architettonici contemporanei dove il cotto non è più confinato ad ambienti rustici ma diventa opzione scenica di grande impatto.

I formati privilegiano le dimensioni generose – 120×120 e 60×120 – per rispondere alle esigenze di progetti internazionali e ambienti urbani, mantenendo però il calore della tradizione. I decori della serie attingono direttamente dall’architettura rinascimentale milanese: elementi 20×20 creano suggestioni grafiche e prospetti immaginari, con materia lucida e a spessore che arricchisce i fondi opachi. Il decoro 60×120 propone invece un pattern più astratto, orientabile liberamente, sospeso tra passato e futuro. Completano l’offerta i mattoncini 6×24 cm – sia lucidi che opachi – e decori da taglio per massima versatilità compositiva.

Domenico Orefice, designer italiano formatosi al Politecnico di Milano con un approccio radicato nel disegno e influenzato da graffiti e street art, porta in questo progetto la sua capacità di unire tecniche tradizionali e linguaggio contemporaneo, maturata attraverso collaborazioni con maestri artigiani e manifatture storiche.

In un’epoca sempre più immateriale e digitale, CottoMilano rappresenta un ritorno al vero, al fatto a mano, al tempo lento: un progetto che restituisce profondità ai luoghi dell’abitare e dignità emotiva all’architettura, dimostrando come l’innovazione Made in Italy possa custodire la memoria senza rinunciare alla visione.

Perché forse è proprio nel dialogo tra il fuoco antico della fornace e la tecnologia contemporanea che si nasconde la risposta a una domanda cruciale: come dare senso e calore agli spazi del futuro?

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